La Trilogia degli Aubrey di Rebecca West: il meraviglioso finale

La trilogia degli Aubrey: rosamund di Rebecca West

Siamo giunti all’epilogo. Dopo La famiglia Aubrey e Nel cuore della notte, arriva in libreria Rosamund, la conclusione della Trilogia degli Aubrey, una saga familiare imperdibile nata dalla penna delicata di Rebecca West. Ancora una volta, l’autrice riesce a compiere una magia, costruendo un romanzo che è allo stesso tempo un pezzo di puzzle che combacia perfettamente con quanto è accaduto prima e un universo a sé stante, facilmente comprensibile anche a chi non avesse letto le altre due storie.

Sono passati gli anni, e la voce narrante di Rose non è più quella di una ragazzina alle prese con il tortuoso apprendimento della musica, quanto invece quella di una donna adulta, pianista affermata e dotata di un incredibile genio musicale. Le casuali circostanze della vita e della morte hanno creato nuovi equilibri tra i suoi affetti; non può più contare sulla bontà del fratello Richard Quin o sulla straordinaria gentilezza della madre, che le ha lasciato però un’eredità preziosa: con la sua grazia aveva sparso luce nelle tenebre di tante persone che ora lei, Rose, può amare incondizionatamente. L’unica costante della sua vita è la sorella gemella Mary, la sola a poter comprendere appieno la sofferenza della solitudine o l’insofferenza artistica causata dall’esibirsi davanti ad un pubblico incapace di cogliere le sfumature della musica e il suo significato ultimo.

In questa terza fase del ciclo, quella dell’età adulta, l’amore non si limita più ad essere quello che legava indissolubilmente i membri della famiglia Aubrey; è amore verso gli amici, verso le persone che ci sono sempre state, che dona tranquillità e riparo nelle avversità, ma che allo stesso tempo logora e fa soffrire. La bellissima cugina Rosamund, che con la sua mitezza aveva sempre addolcito la vita della famiglia, si sposa inspiegabilmente con un essere piuttosto ripugnante, ricco e arrogante, allontanandosi completamente da Rose e Mary, che non possono comprendere la sua scelta e per questo sono ancora più afflitte per l’improvvisa separazione.

Un’altra faccia dell’amore è il perdono che tutti riescono a regalare a Queenie, nonostante si fosse macchiata dell’omicidio del marito il marito. Esiste forse una forma di amore più grande del riuscire a passare oltre un atto tanto terribile? Probabilmente no.

Venne verso di me e io mi irrigidii per il disgusto, ero sicura che sarei morta quando mi avrebbe toccata, e invece, naturalmente, cominciai a vivere.

La trilogia degli Aubrey: Rosamund, di Rebecca West copertinaL’aspetto che rende decisamente unico Rosamund è la descrizione dell’innamoramento in modo piuttosto inusuale: Rebecca West inizia a narrare il cambiamento che avviene in Rose dal principio, a partire dal senso di vuoto e tristezza senza la capacità di individuarne la causa, dal fastidio per i difetti dell’altro che lentamente passa in secondo piano, per poi dissolversi nel momento in cui, con dolcezza, si iniziano a notarne gli aspetti unici; piano piano inizia la presa di coscienza del fatto che un evento enorme stia per accadere e, infine, tutto si conclude con una folgorazione, che culmina con la scoperta dell’altro e così di sé stessi.

Al di là dell’intreccio e dei personaggi ben descritti nella loro interezza, senza idealizzarli ma sottolineandone anche gli aspetti caratteriali più spiacevoli, ciò che colpisce della West è la sua maestria nella scelta della parola più evocativa nel catturare l’unicità degli attimi:

E la notte le ombre dei rami tracciano indisturbate il loro motivo sui marciapiedi silenziosi, e la luce dei lampioni splende con la stessa morbida gialla sottomissione sotto il peso del buio silenzioso, e le case con le loro finestre illuminate sembrano fortezze che si oppongono all’avanzare delle tenebre.

La folla aveva l’aspetto granuloso degli esseri umani riuniti casualmente sotto una luce vivida e scevri dall’influenza travolgente di qualsivoglia passione: una luce spolverizzava sul prato un pulviscolo caparbio.

Se vi foste appassionati alla scrittura della maestra delle suggestioni, in grado di cogliere con delicatezza e sensibilità le mille sfumature dell’esistenza, non disperate per la fine del ciclo de La Famiglia Aubrey: alcuni membri della nostra redazione hanno avuto l’occasione di intervistare Francesca Frigerio, la traduttrice dei tre romanzi, che ha rivelato qualche anticipazione in merito alle pubblicazioni future… aspettiamo allora di lasciarci stupire, ancora una volta, dalla penna di questa straordinaria autrice.

 


Se l’articolo ti è piaciuto, abbiamo recensito anche gli altri romanzi della trilogia: La famiglia Aubrey e Nel cuore della notte. Dacci un’occhiata!

Vittoria Pauri
Vittoria Pauri

Alla domanda “Qual è il tuo motto?" non avrei esitazione a citare una frase di Gandhi: il miglior modo per trovare se stessi é perdersi nel servizio degli altri. Le due cose di cui non posso fare a meno sono la curiosità di capire ciò che mi capita intorno e un quadernetto su cui scrivo tutto quello che mi passa per la testa e su cui colleziono frammenti di libri, poesie e conversazioni.