Siamo immersi nelle storie. Sono storie i romanzi, sono storie gli articoli di giornale; si chiamano storie quelle che si fanno sui social; lo storytelling è diventato moneta corrente. Sommersi come siamo dalle storie, non ce ne accorgiamo quasi più, ci appaiono opache, forse banali. Come il cittadino Kane nella sua favolosa villa, che andava giorno dopo giorno accumulando opere, statue, oggetti, vasi antichi senza sapere cosa farne, senza alcun tipo di amore, di affezione. Storie che si accumulano su altre storie, che si intrecciano, oggetti che si sommano ad altri oggetti, fino a creare un’immensa, gigantesca megalopoli di cui si fatica a trovare il senso, il bandolo.
È inevitabile ridurre la narrazione, così essenziale, così fondante per l’esistenza umana, a una finestra di 24 ore, a fotografie che poi svaniscono nel ricordo, ad articoli, riflessioni, libri che poi svaporano? Viviamo nell’epoca della velocità, si dice spesso. Dovremmo piuttosto dire che viviamo nell’epoca dell’evaporazione, dell’effimero. Il pensiero non sedimenta fino a creare un’architettura coerente, ma sembra essere quello che i greci chiamavano diànoia: qualcosa che attraversa la mente, e poi inesorabile sfugge.
Oggi le storie sono sepolte: sepolte da se stesse in questa grande metropoli che costituisce la cultura contemporanea. Se la cultura è un grande deposito, una mera somma di opere, ognuna di queste vale per il solo fatto di essere catalogabile, musealizzabile, e su di esse si deposita più facilmente l’opacità del tempo e del disinteresse. Anche i grandi autori del passato sembrano moneta di secondo valore, intrisi di noia, banalità: alla riflessione, all’idea di appropriarsi della cultura per cambiare la propria realtà si sostituisce un bisogno di novità fine a se stesso, di mero intrattenimento, distrazione. L’arte stessa è distrazione, tempo di recupero tra una giornata di lavoro e l’altra, la cui fruizione è generalmente individuale. Manca la dimensione del rito collettivo, del narrare insieme, facendo comunità, creando un focolare.